Pazza città poesia di Diego Valeri

 

Ma mi dite che cos’ha
questa sera la piccola città?
Si direbbe che il profumo
della glicine e del tiglio
le abbia messo lo scompiglio
nel cervello.
Nella piazza
è un tumulto di bambini
piccinini:
un concerto stonatello
di grilletti canterini
cui fa il basso la campana
del castello.
Ma mi dite, ma mi dite, che cos’ha
stasera questa pazza di città?
Ma mi dite perché mai
questa saggia bottegaia
sempre grave e intesa al sodo,
fa la matta a questo modo?
Certamente io mai non vidi
il mio truce salumaio
stare in ozio
come adesso,
su la soglia del negozio
e sorridere a se stesso
così gaio.
Certamente il calzolaio
non cantò mai come canta
questa sera,
delicato appassionato,
e mia sposa sarà la mia bandiera
Avvocato, buona sera!
Avvocato, come va?
L’avvocato non fa caso
non mi vede, né mi sente,
e mi passa sotto il naso
fischiettando allegramente,
e rotando a mulinello
la sua mazza.
Ma mi dite, ma mi dite, che cos’ha
stasera questa pazza di città?

 

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